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Alcool (etimologia)

Come altri tesori dello scibile umano, anche l'alcool ha origine araba: Al-Kuhl era una polvere finissima e attentamente depurata che veniva usata per medicare gli occhi, come un collirio oppure per ragioni cosmetiche. Per traslato la parola è poi passata a significare una sostanza purissima, o un'essenza di qualcosa che tendeva a sublimare per diventare spirito. Ed è proprio in quest'ultima accezione che al-kuhl è passato nelle lingue europee, in cui, come per numerosi altri casi di vocaboli assimilati grazie a scambi culturali e scientifici con gli arabi (algebra = la cifra; alchimia = la chimica: che poi, etimologicamente parlando, sono esattamente la stessa parola) il sostantivo si è fuso con il suo articolo. Alcool e spirito sono infatti termini perfettamente intercambiabili: il loro contenuto semantico si sovrappone con tale esattezza che, per una fondamentale legge dell'evoluzione linguistica, è inevitabile che uno dei due soccomba, o che almeno sia destinato ad assumere accezioni semantiche diverse. E sembra, oggi come oggi, che sia questa la sorte che toccherà allo spirito, di cui si potrà probabilmente parlare solo in occasione di barzellette, di sedute medianiche o di dibattiti filosofici e religiosi. Spiritus era per i Latini il soffio, il respiro: e, per traslato, è poi diventato la parte più leggera e più nobile delle cose (come l'anima, per esempio). Le caratteristiche dell'alcool, con la sua tendenza a trasformarsi facilmente in vapore, si adattano perfettamente a questa ultima accezione della parola latina. Di qui vengono le bevande spiritose e tanti altri termini che oggi sono superati nel linguaggio corrente, in quanto si preferiscono le bevande alcoliche. Ma la parola alcool non è entrata senza resistenze nella lingua italiana. Fino a poco tempo fa un insigne linguista sosteneva ancora l'opportunità di italianizzarla in alcole (plurale: alcoli); ma la lingua corrente (lingua fit in ore vulgi) non ha accolto il suggerimento se non per il plurale alcoli, che peraltro preesisteva al dotto glottologo in questione. Alcole comunque, continua ad essere usato nei testi di chimica organica e nei giornali specializzati.