Poli Museo della Grappa

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Poli Distillerie

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L’associazione dei distillatori reclama le indicazioni geografiche negli Stati Uniti

Assodistil in commissione UE per difendere l'IG Grappa negli USA

In occasione delle consultazioni del negoziato sul cosiddetto TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership - l'accordo commerciale tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti che ha come obiettivo la rimozione delle barriere commerciali in molti settori economici, facilitando così gli scambi di beni e servizi) è intervenuto a Bruxelles Daniele Nicolini, direttore di Assodistil. L'associazione italiana degli industriali distillatori è stata convocata per dare voce alle istanze del settore, in particolare sollevare l'attenzione sulla questione, delicatissima, delle Indicazioni Geografiche, di cui la Grappa è il simbolo italiano per eccellenza.

"Il Partenariato è un'opportunità commerciale importante per entrambi i Paesi, ma gli USA devono riconoscere le nostre Indicazioni Geografiche".

Gli USA, infatti, non riconoscono le IG ed è per questo possibile trovare imbattersi in produttori statunitensi che utilizzano il nome "Grappa" per indicare acquavite di vinaccia prodotta però sui loro territori. Per il diritto europeo si tratterebbe di veri e propri prodotti contraffatti.

Altra questione affrontata da Nicolini riguarda la necessità di snellimento delle procedure di export. "Per poter immettere sul mercato USA i nostri distillati è necessaria una comunicazione preventiva sulla composizione del prodotto ed un'approvazione delle etichette. Ciò comporta un aggravio di costi per i produttori ed allunga spaventosamente i tempi per l'esportazione, che possono arrivare fino a 12-18 mesi. Ci sono, poi, moltissime norme tecniche che andrebbero semplificate e razionalizzate", ha spiegato il direttore.

"L'accordo di partenariato è una grande opportunità per le nostre produzioni, che con la semplificazione delle procedure e l'eliminazione delle barriere commerciali, potranno penetrare un mercato importante come quello statunitense".
Solo a patto che le nostre IG vengano "riconosciute e rispettate, poiché solo in questo modo si tutela davvero il valore unico delle nostre produzioni. Non è solo una questione di natura economica: si tratta soprattutto di una battaglia culturale che l'Associazione non smetterà mai di combattere".