La Bulgaria chiede all'UE di riconoscere la Grappa d'uva come prodotto tradizionale bulgaro
Il ministro dell'agricoltura e degli alimenti, Miroslav Naydenov, ha presentato ieri al governo una relazione che illustra tutti gli argomenti della Bulgaria verso l'UE circa la richiesta del riconoscimento della grappa d'uva come "bevanda tradizionale bulgara".
La procedura è pesante e molto lunga, può durare anche un anno, ha detto il ministro Naydenov. Affinché la grappa possa essere registrata come "nostro marchio" la Bulgaria deve combattere con Macedonia, Slovenia, Serbia e Ungheria, che sostengono anche che questo tipo di grappa sia un loro prodotto.
Secondo il rapporto "la specificità della grappa d'uva come bevanda alcolica tradizionale bulgara (diversa da quelle dei paesi menzionati), si deve alla diversità del tipo di apparecchiature di distillazione e alla diversa tecnologia di distillazione e temperatura alla quale si svolgono i processi e, soprattutto, ai controlli effettuati durante il processo di distillazione, che determinano il punto ottimale di separazione del distillato".
Il documento afferma che i dati storici mostrano che dai paesi arabi la forte bevanda alcolica giunge in Bulgaria nel XIII-XIV secolo, cioè molto prima della conquista delle terre bulgare da parte dell'Impero Ottomano.
I motivi della Bulgaria che spingono ad intraprendere questo passo, naturalmente, sono economici. Se venisse riconosciuta come puramente bulgara, la grappa d'uva sarà tassata con metà aliquota di accisa, il che diminuirà anche il prezzo finale del prodotto di circa 2 leva al litro.
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