Poli Museo della Grappa

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Poli Distillerie

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Polenta di patate della Val Giudicarie

Preparazione:

Pelare le patate e lessarle in abbondante acqua salata.
Quando saranno cotte, estrarle con il mestolo forato senza sgocciolarle troppo e metterle subito in un paiolo di rame e sul fuoco di legna moderato aggiustando di sale, se si rendesse necessario, e aromatizzando con una manciata di pepe.
Usando uno speciale pestello denominato "trisa", schiacciare accuratamente le patate contro la parete del paiolo, incorporando poco alla volta tre manciatine di farina gialla.
Continuare a mescolare con la "trisa" per circa 20 minuti. Dopo l'aggiunta della farina gialla, cioè sino a quando la massa di patate e farina gialla si staccherà dalle pareti del paiolo.
Nel frattempo tagliare il formaggio in piccoli dadi. A parte, in una casseruolina, preparare un soffritto con un paio di cucchiaiate d'olio, 20 g di burro e gli scalogni affettati sottilmente.
Appena questi ultimi inizieranno ad imbiondire, aggiungere la pancetta tagliata a dadini e rosolare sinché questi dadini risulteranno quasi croccanti. Irrorarli allora con una generosa spruzzata di Grappa e, dopo qualche istante, incorporarli assieme al formaggio tagliato in precedenza, alla polenta di patate, continuando a mescolare con la "trisa" sino ad avere il formaggio filante.
Versare infine la polenta sull'apposito tagliere di legno e servirla subito.

Grappa consigliata:
Poli Cleopatra Prosecco Oro


Ricetta tratta dal libro "Grappa & Cucina. Nella tradizione delle Venezie".

  • Ingredienti:

    3 kg patate da gnocchi trentine (bianche e farinose)
    300 g formaggio "cioncada" (formaggio magro locale)
    300 g pancetta arrotolata e stagionata
    Farina gialla da polenta macinata grossa
    Burro di malga
    Olio di oliva
    3-4 scalogni
    Grappa
    Sale e pepe

  • Autore:
    • Sergio Boschetto, Galliano Rosset, Amedeo Sandri
  • Tipologia:
    • Antipasti
  • Tempo di preparazione:
    • 40 minuti circa
  • Note:
    • Questa polenta è un piatto tipico della conca della Pieve di Bono, in provincia di Trento, all’interno della Val Giudicarie. Viene consumata come antipasto, abbinandola a sottaceti o cetriolini oppure come piatto unico durante le giornate di festa, quando fa da “contorno” a succulenti spiedi di carne.